Doniamo presenza

Articolo a cura di Marta Benvenuti, psicologa e psicoterapeuta del Consultorio Centro della Famiglia,
esperta di età evolutiva

L’avete vista la nuova pubblicità della Coca-Cola?
Io si e mi ha commosso! E non solo.
Mi ha anche sollecitato a riflettere sul tempo che stiamo vivendo, sul senso del dono e della presenza, e sulle priorità che esprimono le relazioni più intime (genitorialità, coniugalità, fratellanza).
Diretto da Taika Waititi, il regista neozelandese premio Oscar per la sceneggiatura di Jojo Rabbit.
Racconta la storia di una bambina e del suo papà nei giorni che precedono il Natale.

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Natale, è tempo di doni

Natale tempo di doni, Natale tempo di regali … e allora eccoci qui, anche quest’anno, pronti ad interrogarci su che tipo di regalo acquistare per i nostri figli.
Giocattoli, tecnologie, sport, materiale per la scuola?
La scelta è come sempre ampia, ed è difficile orientarsi tra le migliaia di proposte che il mercato e il marketing ci propongono a ritmo martellante.

Il dono giusto

Cosa aiuterà il mio bambino a sviluppare al meglio le sue abilità, cosa lo stimolerà a livello cognitivo e con cosa si può intrattenere, cosa lo farà crescere come una persona felice?
È difficile trovare, scovare, inventarsi qualcosa che i nostri figli non abbiano già.
È difficile stupirli con qualcosa di originale ed inaspettato, quel qualcosa che faccia loro brillare gli occhi e che dia senso al desiderio e al tempo dell’attesa.
Natale è anche tutto questo…? E’ giusto chiederselo, oggi.

Le aspettative dei bambini

L’elenco delle fatiche natalizie dei genitori prosegue, se pensiamo inoltre che è difficile fare i conti con il nostro adulto desiderio di stupirli (come se lo stupore che leggiamo nei nostri figli fosse un regalo per noi… ), il regalare qualcosa di sorprendente e il contenere poi il loro scartare pacchetti a velocità vorticosa.

E i bisogni degli adulti

Aspettative (e bisogni) dei genitori, realtà e bisogni dei bambini, complessità del periodo storico che stiamo vivendo… è difficile trovare qualcosa di adatto alla loro età, è difficile riconoscere quali bisogni hanno questi bimbi e questi ragazzi…

Quest’anno un passo in più?

Ma quest’anno ci chiede di fare un passaggio in più, forse proprio perchè, pur costretti dentro le nostre abitazioni, in relazione con questi figli ci stiamo sempre meno?
Forse perchè ci sentiamo in colpa viste le privazioni e le fatiche a cui abbiamo sottoposto bambini e ragazzi? Forse forse forse…

La vera “magia del Natale”

La domanda può essere trasformata e può a sua volta trasformarci, nella vera magia del Natale.
La domanda da porci non è “cosa prendere (acquistare) ai nostri bambini” ma può diventare “cosa do?”. E poichè posso dare soltanto ciò che mi appartiene, ti dono qualcosa di mio e che mi lega intimamente a te, tanto che so che ti fa brillare gli occhi, e anche i miei brillano, nel “dare” questo a te.

Ecco che il nostro essere genitori si concretizza nella relazione che lega, che restituisce e condivide senso, che nutre. Non più una consegna passiva ma un dono attivo.

Donare presenza

Cosa donare allora?
Tempo, presenza, relazione, racconto, storia, esperienze… l’elenco si può allungare.
Si può allungare SE il genitore si guarda con sguardo indulgente e responsabile, se sa di poter fare la differenza (e far brillare gli occhi) con i propri figli e nonostante gli errori e le fragilità, meravigliosamente umane. Si può allungare, in estrema sintesi, SE il genitore si sente genitore.

Una presenza che vale anche se imperfetta

Donare assumendosi il rischio che quel dono non sia “il top” come l’ultimo modello del NERF oppure come la casa dei sogni di Barbie.
Donare presenza e relazione e riscoprire con tenerezza i nostri occhi brillare, a specchio, negli occhi dei nostri bambini.

Non conta essere un papà/mamma super eroe, nuotare in oceani, scalare pareti impervie, guadare fiumi, attraversare foreste, sopravvivere al freddo glaciale.
E’ sufficiente esserci, saper attendere e perdonare, dal profondo del cuore.

Natale è anche questo.

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