Consultorio aperto e al fianco delle famiglie
Gentilissimi utenti, il nostro Consultorio Familiare resta aperto e al fianco delle famiglie.
I nostri psicologi e i psicoterapeuti restano a disposizione a vostra disposizione anche in epoca di Coronavirus per il supporto ordinario, ma anche per dare risposta a bisogni personali e familiari che emergono in questo periodo.
Siamo consapevoli dell’importanza che ha la garanzia di una presenza in questa momento di complessità. Per questo motivo, con senso di responsabilità, siamo al vostro fianco!
Tutti gli appuntamenti sono perciò confermati ed è possibile prendere contatto con la nostra segreteria telefonando o scrivendo una mail per richiedere un appuntamento.
In questi giorni gli orari di segreteria potranno subire delle variazioni.
La paura del Coronavirus
Stiamo vivendo una congiuntura particolare che porta un carico di timori, stress e di incertezza a cui dare risposte positive ed appropriate.
Gli operatori del Consultorio sono a disposizione della cittadinanza e ricordano che:
“la paura è un’emozione potente e utile, selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli e, quindi, funzionale a evitarli. La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze, ma ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del nuovo Coronavirus ha proprio queste caratteristiche”.
Presso il Centro della Famiglia è tuttavia possibile trovare un supporto qualora i timori divenissero sproporzionati e si rendesse utile un accompagnamento.
Il Consultorio resta aperto e al fianco delle famiglie!
L’Ordine degli Psicologi ha redatto un Vademecum a sostegno delle benessere psicologico delle famiglie in questa particolare situazione di emergenza.
Le Indicazioni anti-panico
1. Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo.
Il Coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano la maggior parte guarisce spontaneamente o ha solo problemi lievi. Le misure collettive eccezionali scaturiscono soprattutto dall’esigenza di arginare l’epidemia.
2. Non confondere una causa unica con un danno collaterale.
Le situazioni più gravi o decessi sono per lo più dovuti all’azione congiunta di più problemi di salute.
3. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.
Molti provano ansia e desiderano agire e fare qualcosa più di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.
4. Troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e di frenare la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni… È difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti però è bene cercare di basarsi su dati oggettivi. Regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura il rischio oggettivo.
5. Siamo preoccupati della vulnerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di renderci del tutto invulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è controproducente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapace di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi i miei stessi.
Buone pratiche per affrontare il coronavirus
1.Evitare la ricerca compulsiva di informazioni, usare diffondere fonti informative affidabili.
Riduci la sovraesposizione l’informazione dei media e dei social una volta acquisite le informazioni di base, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili.
2. Un fenomeno collettivo non personale
Il coronavirus non è un fenomeno individuale. Ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile. L’Istituto superiore di sanità indica semplici azioni di prevenzione individuale. L’uso regolare di queste azioni elementari riduce significativamente i rischi di contagio perse, chi ci è vicino e la collettività.
3. Agisci collettivamente per un fenomeno collettivo.
Anche se tu ti sei fatto un’idea corretta del fenomeno è bene cercare di aiutare gli altri raccontano in parole semplici nostro decalogo e le raccomandazioni qui elencate.
È possibile accedere al Consultorio?
Si deve evidenziare che il DPCM #iorestoacasa prevede che il movimento da/verso le aree a circolazione ristretta sia comunque possibile per “comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o di salute”, definizione che ricomprende molte le attività professionali degli psicologi e dei pazienti/utenti degli stessi presso il nostro Consultorio.
È perciò possibile accedere al Consultorio se il paziente è asintomatico, e non ha fattori di rischio, previo ovviamente il rigoroso rispetto delle misure igienico-preventive del Ministero della Salute.
Per arrivare presso la nostra sede è opportuno il paziente che si munisca di apposita autocertificazione per il transito ove va indicato che si sta recando da un professionista sanitario per lo svolgimento di una prestazione sanitaria come motivazione dello spostamento
Cosa non è possibile fare?
Non è possibile accedere a sedute di consulenza e psicoterapia in caso di positività, sintomatologia sospetta (febbre, tosse o dispnea), o contatti a rischio del professionista stesso (ad es., convivenza con caso positivo o sospetto, contatti diretti con casi positivi o sospetti).
Non è possibile offrire consulenza in presenza con anziani o pazienti fragili (pluripatologie, etc.). Questo tipo di prestazioni sono da rinviare il più possibile, tranne casi di oggettiva necessità clinica, per ridurre il rischio nei loro confronti. Se necessario si potrà valutare un supporto a distanza.
Precauzioni
Il Consultorio è aperto e al fianco delle famiglie ma è utile attivare delle precauzioni.
Social Distancing: Il distanziamento sociale nei contesti che richiedono prolungata interazione verbale è utilmente elevabile da 1 metro (indicazione Ministeriale ufficiale) a 2 metri, per ridurre ulteriormente il rischio.
Igienizzazione: Gli spazi verranno attentamente igienizzati da personale del Consultorio dopo ogni uso da parte di un paziente/utente. E’ previsto il lavaggio mani del professionista tra la seduta di un utente e l’altro.Agli utenti è richiesto di lavare attentamente le mani, e di rispettare le norme di comportamento del Ministero della Salute.
E’ altresì richiesto di rispettare le distanze ed i comportamenti indicati dai terapeuti e dal personale della struttura.
Cosa fare in caso di sospetto contagio
In questi casi, visita la pagina dedicata del Ministero della Salute, è indicato contattare telefonicamente il Numero Verde Regionale (800462340), il numero del Ministero della Salute (1500), il numero dedicato di ULSS 2 Treviso (0422 323888) o il proprio medico curante.
Se invece hai bisogno di un supporto psicologico scrivici a segreteria@consultoriotreviso.org. Ti risponderemo tempestivamente.