Ha creato molte polemiche lo spot della catena di supermercati Esselunga che ha come protagonista una bambina con due genitori separati. Nella pubblicità si vede una mamma e una figlia che sono al supermercato a fare la spesa. La bambina acquista una pesca che porta con sé a casa. Successivamente suona il citofono ed è il papà che è venuto a prendere la figlia. Quando salgono in auto la bambina regala la pesca al papà dicendo che è un regalo da parte della mamma. Il papà risponde che chiamerà la mamma per ringraziarla.

La storia rappresentata suscita emozioni contrastanti in chi la guarda, ma come mai questa bambina risuona così tanto in noi adulti? Sicuramente va a toccare delle corde emotive a cui siamo molto sensibili e che riguardano tutto quel mondo di paure, sensi di colpa, preoccupazioni che un genitore separato può avere verso un figlio e, in particolare, la paura che la propria scelta possa far soffrire i figli. Spesso in terapia ci viene chiesto “Come posso dirglielo in modo che non stia male?”, domanda che delinea quanta è la fatica di un genitore nel vedere e nel pensare il dolore che proverà il figlio.

Questa bambina sta soffrendo per la separazione di mamma e papà e dentro di sé nutre la speranza che la mamma e il papà possano tornare insieme. Ma non solo. Questa bambina sta assumendo un ruolo che per lei è pesantissimo da portare, ossia di colei che riuscirà a far tornare insieme i propri genitori, un compito destinato al fallimento e quindi a ulteriori vissuti di sofferenza e sensi di colpa.

Cosa possono fare i genitori di fronte a questo?
Possono, innanzitutto, essere chiari nella comunicazione della propria scelta, la mamma e il papà hanno deciso di separarsi, senza ambiguità, trasmettendo il messaggio ai figli che non è colpa loro e che la mamma e il papà vorranno loro sempre bene. Nello spot il papà della bambina mantiene viva la speranza della figlia che i due genitori torneranno insieme quando le dice che chiamerà la mamma e la ringrazierà assecondando la fantasia che mamma e papà torneranno insieme. Quello che avrebbe dovuto rispondere è “Lo so che la pesca è da parte tua, ti ringrazio per questo regalo, lo apprezzo molto”. Certo, la realtà è cruda ma è la realtà e come tale va affrontata.

Non esiste figlio che non stia male per la separazione dei genitori. La mamma e il papà devono farsi carico di questa sofferenza e aiutarlo nel processo di elaborazione. Il dolore va ascoltato, accettato, accolto, accompagnato. I tempi e i bisogni dei figli vanno rispettati e, allo stesso tempo, va creato un contesto dove il figlio possa sentirsi sicuro, possa sperimentare che mamma e papà ci saranno per lui. Solo se i genitori faranno squadra riusciranno ad accompagnare il figlio nel superamento di questa esperienza.

Alcune nostre scelte di adulti provocano del dolore nei figli e questo è inevitabile. Ciò non significa, però, che la vita di un figlio sia segnata per sempre: se come genitori si mantiene una buona alleanza genitoriale si insegnerà ai figli che alcuni dolori nella vita non si possono evitare però si possono attraversare, elaborare e superare.

Dottoressa Francesca Basso

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