È  settembre. È iniziata la scuola!

Articolo di Marta Benvenuti

Ed eccoci qui, un altro inizio settembre, con la nostalgia delle vacanze e la ripresa alle porte.
E’ settembre, è iniziata la scuola!
Armadi che si svuotano di magliette e canotte per riempirsi di maniche lunghe e calzini…
Tavole di casa sulle quali, ai depliant del villaggio vacanze, si iniziano ad affiancare liste materiali di scuola, i libri da incartare, le agende giornaliere da infittire…

Una stagione di domande

E’ l’ora delle mille domande: la scelta dello sport, le domande ai figli “vuoi frequentare questo?” “Vuoi che proviamo altro?” Con un uso del plurale quantomeno sospetto.
Autunno caldo… o che ci fa scaldare, come genitori, correndo da una parte all’altra in un affanno che ha dell’irrevocabile.
Cosa mai sta per succedere di tanto gravoso? Qualcosa che cambierà le nostre vite?…

Ricomincia la scuola

Senza allargare troppo la visuale al quadro politico economico nazionale ed internazionale, vorrei condividere con voi genitori qualche riflessione su questo 12 settembre.
È ricominciata la scuola… per qualcuno di noi sarà motivo di giubilo, per altri di preoccupazione.
Ricomincia il trantran mattutino di “svegliati che siamo in ritardo!”, “corri che ci chiudono fuori da scuola!”, consapevoli che l’uso del plurale non ci aiuta ma che “cosadevofaresenonsialzaintempomicapossoportarlodipeso” ci sentiamo impotenti davanti alla pesantezza (non fisica) dei figli.

Densità genitoriale?

Pesantezza che racconta della densità genitoriale nella quale siamo tutti profondamente immersi e che, con varie sfumature, si esprime quotidianamente nelle nostre vite.
Parliamo poi del rituale pomeridiano, dal “come è andata? bene” e “cosa avete fatto? niente!”… e ancora “muoviti con quei compiti sennò stasera siamo ancora qua, e come si fa a fare sport se non finiamo i compiti? ci tocca saltare!”, “dai ti aiuto io tanto la prof mica se ne accorge” … e lasciamo stare i commenti (che ci sfuggono?) sull’operato e la professionalità degli insegnanti, sui loro fantomatici tre mesi di vacanza.

Diverse le reazioni

Bene… ora che ci siamo calati tutti nella parte, ci sarà chi sta leggendo e pensa “oddio che ansia!”, chi si indigna e chi si sente meno solo.
Ci saranno anche altre miriadi di sfumature, ma credo che il quadretto che ho velocemente descritto non sia tanto distante dalla realtà giornaliera delle nostre famiglie.

Ci sono delle preoccupazioni?

Ognuno di noi, genitore, è preoccupato da alcune cose (ha delle lenti, costruite sulla propria storia di vita, di figlio) e questa preoccupazione la traduce valorizzando (mettendo l’attenzione) su di esse.
Chi ci dice che queste preoccupazioni siano quelle che aiutano il nostro bambino, che è figlio di una precisa coppia di genitori?
Chi ci dice che le lenti che usiamo per crescerlo siano evolutivamente sane per lui/lei? E’ giusto dubitare?
Sicuramente una singola consulenza non dà risposte certe, non risolve tutti i problemi educativi di una famiglia, non ha la pretesa di fare totale chiarezza sulle dinamiche genitori-figli… ma può essere inizio, un aiuto, un altro paio di lenti che osserva, da fuori, quel che accade.

Le risposte arrivano riflettendo insieme

Le soluzioni e le risposte arrivano riflettendo assieme, confrontandosi, rigirando la lente (quel filtro che usiamo per leggere il mondo) verso di sè e meno verso il figlio.
Il genitore perfetto non esiste, ognuno di noi cerca di fare meglio che può, con le risorse che ha.
A volte ci chiudiamo in loop riflessivi inconcludenti e sterili, finendo per accusare il partner o i propri genitori.

Allargare la prospettiva

Forse la vera sfida, per questo autunno, per provare ad allargare la prospettiva e viverla con serenità, potrebbe essere il desiderio di affrontare la ripresa della scuola (e la riattivazione della densità di cui parlavamo prima) in modo diverso, con occhiali differenti.
Un desiderio di movimento (stando fermi nulla cambia), uno dei famosi “buoni propositi”.

Cambiamenti asincroni

I nostri figli crescono, cambiano profondamente, si muovono (dentro e fuori) con una velocità diversa dalla nostra.
Possiamo comprenderla senza soffocarla, possiamo accoglierli senza imporre i nostri bisogni, possiamo parlarci.

Prendersi cura del nostro ruolo

Fidarsi del proprio essere genitori significa anche prendersi cura del ruolo, non solo delle funzioni e, quando si è in difficoltà, è importante avere il coraggio di chiedere aiuto.
Genitori, con il nostro Consultorio siamo qui al vostro fianco!

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